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Intelligenza artificiale

11/10/2005

Intelligenza artificiale

2005 Carlo scornajenghi 

contributo a Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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L'intelligenza artificiale è uno dei numerosi campi di dibattito teorico tra scienziati e filosofi. Per intelligenza artificiale, spesso abbreviata in AI (dall'inglese Artificial Intelligence), si intende generalmente la possibilità di far svolgere ad un calcolatore alcune funzioni e alcuni ragionamenti tipici della mente umana. Nel suo aspetto puramente informatico, comprende la teoria e la pratica dello sviluppo di algoritmi che rendano le macchine (tipicamente i calcolatori) capaci di mostrare un'abilità e/o attività intelligente anche se in domini molto specifici.

L'espressione "Intelligenza Artificiale" (Artificial Intelligence) è stata coniata dal matematico americano John McCarthy in seguito ad uno storico seminario interdisciplinare svoltosi nel New Hempshire nel 1956. Secondo le parole di Marvin Minsky, uno tra i "pionieri" della I.A., lo scopo di questa nuova disciplina sarebbe stato quello di "far fare alle macchine delle cose che richiederebbero l'intelligenza se fossero fatte dagli uomini".

In tal senso la storia ha inizio nel 17° sec. quando Blaise Pascal (scienziato, scrittore e filosofo francese) inventa la cosiddetta "Pascaline" per aiutare il padre, incaricato dall'amministrazione fiscale della Normandia di eseguire un difficile lavoro di calcolo. La macchina era capace di eseguire automaticamente addizione e sottrazione; questa "macchina aritmetica" fu la capostipite dei calcolatori ad ingranaggi.
C. Babbage in età vittoriana crea macchine calcolatrici a rotelle: "The different engine" (la macchina delle differenze)[[1]] riusciva a fare calcoli differenziali e arriva a progettarne una intelligente che però, per problemi tecnici, non riuscì mai a funzionare, avrebbe dovuto essere programmata con schede perforate, un po' come accadde in seguito con i primi calcolatori. Le schede perforate, cartoncini forati a secondo della necessità, furono ampiamente usati per esempio per il funzionamento dei telai Jacquard, di pianole meccaniche, quindi dei primi calcolatori. Hermann Hollerith (statistico U.S.A. di origine tedesca) ideò le schede perforate applicate a calcolatrici attorno al 1885; questo sistema fu usato per la prima volta per i calcoli relativi all'11° censimento U.S.A., nel 1891. Il sistema meccanografico adottato da Hollerith riscosse tale successo da indurlo a fondare la Tabulating Machine corporation. In seguito i calcolatori furono molto usati dai militari per regolare il tiro della loro artiglieria.
La struttura dei calcolatori viene stravolta con la sostituzione dei "relè", usati per i primi calcolatori elettromeccanici, con le "valvole" o tubi elettronici. Nel 1946 nasce E.N.I.A.C (Electronic Numerical Integrator And Calculator), concepito come calcolatore moderno nel '45 da John von Neumann; faceva l'elaborazione a lotti (batch) nell'ordine di migliaia di informazioni al minuto. La programmazione avveniva comunque tramite schede.
La seconda generazione di computer si ha nei '60, "The time sharing", sistemi basati sulla distribuzione del tempo e quindi più veloci; più terminali, soprattutto telescriventi, sono collegati ad un calcolatore centrale". L'innovazione in questo periodo sta nel passaggio da valvole a transistor.
Nei primi anni '70 inizia la microelettronica su circuiti stampati. Di questo periodo i V.L.S.I. (Very Large System Integration), i primi Mini computer, i PDP 11, più piccoli, collegabili a distanza, con un costo che all'epoca si aggirava sui 100 milioni di vecchie lire. Si inizia a parlare di "informatica distribuita", tramite cavi telefonici, sia per le telescriventi ma soprattutto per i computer intelligenti, essendo l'elaborazione indipendente dai grossi computer centrali.